Introduzione
Indice del saggio

Dal 23 al 26 giugno 1898 la città di Lecce avviò una serie di celebrazioni inaugurali di importanti opere realizzate dall'amministrazione comunale allora guidata dal sindaco Giuseppe Pellegrino. Eletto sindaco il 28 luglio 1895, restò al governo del Municipio fino al 4 novembre 1899 rilanciando il ruolo della città di Lecce come capoluogo della provincia di Terra d'Otranto e portando a compimento importanti opere pubbliche che non riuscivano a trovare una soluzione da oltre un ventennio. Così venne costruita la tettoia per il mercato delle erbe a ridosso del castello; venne data dignità alla sede del Municipio acquistando l'ex convento delle Angiolille, poi palazzo Carafa; venne stipulato l'appalto con la ditta Cozza-Guardati per la costruzione dell'acquedotto cittadino; venne definita la prima zona industriale della città dove trovò posto la fabbrica del ghiaccio, la centrale elettrica, ecc. In quelle giornate dunque, accanto all'inaugurazione del museo civico, del monumento a Gioacchino Toma, venne inaugurata la tramvia elettrica Lecce-San Cataldo e l'illuminazione elettrica della città. Insomma Lecce era tutta proiettata verso la costruzione del suo futuro e per la prima volta si affacciava prepotentemente nella competizione industriale e commerciale della regione, reggendo il confronto con le due città antagoniste di Brindisi e di Taranto.
La tramvia elettrica, la prima nel Meridione e la più lunga in campo nazionale, sfidava sul piano del progresso tecnico e delle innovazioni nel settore del trasporto collettivo le più grandi e attrezzate città italiane. Essa fu senza dubbio il fiore all'occhiello dell'amministrazione Pellegrino e realizzava una vecchia e mai sopita aspirazione di amministratori pubblici, di proprietari terrieri, di commercianti e di semplici cittadini: quella di avere un collegamento con il mare. Essa divenne così il presupposto per la riattivazione dell'ancoraggio a San Cataldo, dove sorgeva l'antico porto Adriano, e per avviare il risanamento della zona paludosa circostante. Consapevoli che quell'impresa difficilmente avrebbe apportato grossi vantaggi all'economia cittadina per il fatto che non collegava centri commerciali, i leccesi sperarono che col tempo avrebbe comunque contribuito allo sviluppo economico della città. La tramvia Lecce-San Cataldo, nei suoi 35 anni di attività, soddisfece le esigenze di balneazione dei leccesi, senza che avesse risposto ai veri obiettivi per cui era stata pensata e costruita.
 
Indice del saggio
Avanti