1925 - LA SOCIETA' ELETTRICA SALENTINA
Con l’avvento del fascismo, in un clima politico mutato e all'interno dei progetti delle ferrovie elettriche che il regime cercò di realizzare nella provincia, la tramvia elettrica per S. Cataldo trovò una prospettiva di rilancio.

Furono contratti dal Comune dei mutui con la Cassa di Risparmio del Banco di Napoli per la sua sistemazione e per le spese di esercizio. Venne rispolverato il progetto del prolungamento del binario fino alla stazione ferroviaria, sempre proposto e mai realizzato; fu infine predisposta una pianta organica del personale in esubero rispetto alle effettive esigenze di servizio.

La delibera del Comune relativa al potenziamento e alla ristrutturazione del servizio tramviario, non venne  però ratificata dal prefetto, il quale non intravide "il motivo d'urgenza", né "l'opportunità" del provvedimento, poichè il Comune era in procinto di cedere il servizio ad una nuova azienda.

Alla fine del 1925, dopo che era stata finalmente regolarizzata la concessione governativa tra il Ministero dei LL.PP. ed il Comune, l'esercizio della tramvia venne concesso per un quinquennio alla Società Elettrica Salentina, assorbita in seguito dalla Società Elettrica della Puglia Meridionale, diventata nel 1932 Società Generale Pugliese di Elettricità.

Quest’ultima non accettò di gestire la tramvia, non rientrando tale servizio nei programmi aziendali.