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1910 - LA SOCIETA' ELETTRICA
LECCESE
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Nel gennaio 1910, contestualmente all'operazione di riscatto, si bandì
una nuova gara d'appalto per la concessione dei servizi della tramvia,
dell'illuminazione e del gas. Nel maggio 1910 giunsero al Comune le offerte
delle ditte Loffreda, Gridi, Pedio e Giani di Roma.
La ditta romana si aggiudicò la gara a nome della Società
Elettrica Leccese che si era costituita in anonima il 30 dicembre 1910.
Giovanni Giani, vicino politicamente al prosindaco Pellegrino, aveva anche
una partecipazione nella Società Anonima Leccese della Ghiacciaia.
L’appalto prevedeva un canone annuo di 126.000 lire, e offriva altri
vantaggi alla cittadinanza e alle casse del Comune, come ad esempio aumento
di luce, diminuzione di tariffe, rinunzia ad ogni premio in caso di riscatto
e, non ultimo, la proprietà degli impianti al Comune.
La nuova gestione visse le vecchie contraddizioni di un servizio di
trasporto stagionale, con bilanci deficitari, e subì le conseguenze
di un esercizio provvisorio.
La contingenza bellica e il difficile dopoguerra segnarono duramente
il rapporto tra la S.E.L. e il Comune per quanto riguardava l'esercizio
del servizio tramviario, sospeso dal 1917 al 1919, e per i mancati investimenti
del materiale mobile e fisso. Una situazione che non risparmiò il
servizio elettrico e del gas.
I continui sopralluoghi e ispezioni agli impianti indussero il commissario
regio al Comune di Lecce, Pietro Zanframundo, ad intervenire duramente
nei confronti della S.E.L., tanto che nel 1918 aveva emesso una disdetta
del contratto di concessione.
Il contenzioso si protrasse fino al 1920 a chiusura del quale il Comune
decise di municipalizzare i servizi elettrici, del gas e della tramvia.
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