MARINOSCI   MARTINO

Martina Franca 1786 - 1866

Nacque a Martina Franca il 20 settembre 1786 da Giuseppe Marinosci e Anna Irene Maggi. Dotato d’ingegno vivo e precoce iniziò la sua formazione culturale fin da piccolo, sotto la guida di dotti religiosi che lo iniziarono agli studi di aritmetica, geometria, filosofia e teologia. Tra i 15 e i 19 anni si avviò agli studi di botanica, fisica e chimica, anatomia e fisiologia, medicina teorica e legale. Tra i 19 e i 23, a Napoli, seguì i corsi di Medicina, Chirurgia, Clinica e Anatomia dei maggiori specialisti. Estese i suoi interessi alla Botanica e alla Storia Naturale sotto la guida di Petagna, Tenore e Briganti, effettuando escursioni per la raccolta di materiali con cui costituì erbari e collezioni di vario genere. Contemporaneamente si interessò di Teologia e di Morale, di Storia, di Legge e di Chimica, studiando l’inglese e l’ebraico.

Tornato al paese natio nel 1809 vi iniziò una brillante carriera di medico, facendosi presto apprezzare e guadagnandosi la stima di tutti.

La sua vita privata lo vide impegnato nel mantenimento e nell’educazione assidua dei 10 figli, ma fu costellata di contrarietà e lutti.

Nel 1809, fu nominato Socio Corrispondente del Real Giardino delle Piante di Napoli, diretto dal famoso botanico Michele Tenore, e diede inizio alle escursioni per la Provincia di Lecce, che durarono fino al 1815.

Nel 1811 fu nominato Socio Onorario della Società Economica di Terra d’Otranto di Lecce, di cui divenne poi socio Ordinario nel 1820. Ebbe così modo di essere apprezzato anche nell’ambiente leccese, in cui presto godette dell’amicizia di naturalisti quali il Conte M. Milano, Oronzo Gabriele Costa, Giuseppe Maria Giovene.

Nel 1826 fu eletto Presidente dell’ Accadema Agraria di Lecce, carica che ricoprì per ben 10 anni. Fu in questo periodo che pubblicò una prima parte della Flora Salentina, alla quale aveva cominciato a lavorare già dal 1810, e a cui sarebbe stata legata la sua fama come botanico.

Nel 1831 pubblicò un Catechismo agrario, che incrementò ulteriormente la sua fama. Si dedicò anche a studi di Archeologia, divenendo, nel 1842, Ispettore degli scavi d’antichità per il distretto di Taranto.

Scrisse moltissimo ma pubblicò pochissimo e Cosimo De Giorgi, che dopo la sua morte avrebbe curato la pubblicazione della Flora Salentina, ebbe a scrivere che tutti gli scritti "formano un monumento più duraturo del bronzo, e meritano davvero che nella stima dei buoni e degli onesti resti incancellabile il nome del Marinosci".

Anche se fin dal 1831 la sua salute si era fatta vacillante, il Marinosci morì all’età di ottanta anni l’ 11 novembre 1866.

 

Opere:

Flora Salentina, Tip. Ed. Salentina, Lecce 1870

 

 

Hanno scritto di lui:

Grassi G., Martino Marinosci, Tipografia Arcivescovile, Taranto 1927