Salomi   Liborio 

Carpignano Salentino 1882 - Lecce 1952

Liborio Salomi nacque in Carpignano Salentino 1'8-10-1882.

Compì gli studi liceali presso il liceo «Capece» di Maglie, dove ebbe come professore Pasquale De Lorentis.

Da alunno della II liceale ricostruì lo scheletro di un capodoglio lungo 22 metri, arenatosi presso Otranto nel gennaio del 1902, che fu acquistato dal Museo Zoologico di Pisa.

Si laureò in Scienze Naturali presso l'Università di Napoli, discutendo una tesi sul miocene in Puglia. 

Ebbe compagni di corso ed amici carissimi Augusto Stefanelli, direttore dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Bari, Geramia D'Erasmo, direttore dell'Istituto di Geologia di Napoli, Giulio Cotronei, direttore dell'Istituto di Anatomia Comparata di Roma.

Subito dopo la laurea lavorò presso la “Cattedra ambulante per le malattie dell'olivo” di Lecce e quando questa cessò di esistere passò ad insegnare Storia Naturale presso l'Istituto Tecnico  “O.G. Costa” di Lecce, succedendo a Cosimo De Giorgi.

 

Dall’illustre scienziato salentino fu incoraggiato a non abbandonare le sue ricerche in

campo geologico e paleontologico, in particolare quelle riguardanti la presenza di minerali di ferro nel calcare compatto e nella pietra del Salento.

Curò la pubblicazione, nel 1922 poco dopo la morte dell’Autore, dell'opera del De Giorgi Descrizione geologica ed idrografica della provincia di Lecce, che non aveva ancora trovato un editore disposto a stamparla e che egli, avendone constatato ed apprezzato l'importanza, temeva andasse smarrita. Nella prefazione scrisse: « Nel salire la cattedra di Storia Naturale di questo Istituto Tecnico, ho pensato che la migliore prova di stima e di affetto che io potessi dare al mio illustre predecessore, prof. Cosimo De Giorgi, fosse quella di curare la stampa della sua opera Descrizione geologica e idrografica della Provincia di Lecce. Ad appagare il vivo sentimento dell'animo mio, mi era di stimolo anche la certezza di far cosa utile alla Scienza, impedendo che l'opera rimanesse inedita e, col tempo, andasse forse perduta ».

Pellicano (Pelecanus sp.)

Foca monaca catturata ad Otranto nel 1913 (Monachus albiventer)

Gli studi paleontologici e la grande pratica nel montaggio di scheletri, gli permisero un approfondito esame sistematico delle ossa provenienti dalla grotta di Cardamone, rinvenute nel1872 da Ulderigo Botti e custodite nell'Istituto Tecnico di Lecce.  

Fu in contatto epistolare e talvolta accompagnò nelle esplorazioni della grotta Romanelli, a Castro, il prof. G.A. Blanc, che lo tenne in grande considerazione e lo consultò per le sue pubblicazioni geologiche salentine. Nel 1946 collaborò alla Regione salentina, di cui curò la parte geografica.

Produsse centinaia di forniture complete di materiale didattico: animali imbalsamati, animali e vegetali in alcool, pesci preparati a secco, scheletri interi, teschi, collezioni d'insetti, minerali, rocce e conchiglie. Le commesse gli venivano  da parte di privati, enti pubblici, scuole medie e Università in Italia e all'estero.

Sua grande cura, sin dai primi anni d'insegnamento, fu di sistemare le collezioni e i materiali esistenti nell'Istituto Tecnico “O.G. Costa” di Lecce e di arricchire quella di animali imbalsamati, con esemplari, soprattutto vertebrati, di sua produzione. Di grande importanza furono il restauro e il montaggio dei due teschi di balenottera e di capodoglio conservati presso l’Istituto.

Non volle mai abbandonare Lecce e l’Istituto Tecnico, dove esercitò la sua attività per ben 40 anni, sebbene l’Università di Bari gli avesse più volte offerto di diventare il 

preparatore degli Istituti di Zoologia e Anatomia.

Da pensionato, avendone ormai il tempo, avrebbe voluto dare alla stampa i risultati preziosi della sua lunga esperienza nella tassidermia e conservazione delle pelli, su sollecitazione di tanti conoscenti, colleghi e allievi, che apprezzavano la sua “arte” di preparatore, ma tale desiderio rimase inappagato e così quello di continuare il suo lavoro, soprattutto quello relativo al montaggio di uno scheletro completo della Grotta di Cardamone. Le condizioni di salute glielo impedirono.

A 66 anni, disorganizzando il suo laboratorio privato, scriveva nel suo diario:

« Oggi smontando gli scaffali, conservando in scatole e scatolette tutti gli arnesi e  strumenti che per tanti anni ho adoperato con immenso piacere, mi è sembrato di demolire me stesso su di un tavolo anatomico ».

Dopo la sua morte, avvenuta in Lecce il 18.3.1952, l'Amministrazione Comunale gli dedicò una via della Città, e varie pubblicazioni s'interessarono a lui.

Notevole fu la sua opera di educatore. In un'epoca in cui il professore era un personaggio cattedratico, egli fu prima di tutto un padre, carico di grande umanità, prodigo di consigli, capace di comprendere più che giudicare. I suoi studi e il suo lavoro non lo isolarono, ma lo portarono verso gli altri, facendogli acquistare una concezione filosofica della vita, colma del dono di sé come quotidiana esperienza.

Scheletro di colubro leopardino (Calopeltis leopardina)

Cranio di capodoglio (Phiseter macrocephalus)

Cranio di balenottera azzurra (Balaenoptera musculus)

Il grande rispetto che aveva per la vita, in ogni sua manifestazione, si rese concreta  nella sua totale disponibilità verso tutti, in particolare verso i suoi allievi e le loro famiglie, che a lui ricorrevano per consigli e aiuti, anche fuori del campo scolastico.

Non si limitò a trasmettere la sua dottrina, ma cercò sempre di entusiasmare i giovani agli ideali indispensabili per una completa formazione. Lo scopo, al quale egli dedicò gran parte del suo operato, fu quello di educare insegnando.

 

Opere:

Ricche collezioni dei suoi preparati di vario tipo si trovano ancora, anche se spesso in cattive condizioni di conservazione, presso molte scuole di Lecce e Provincia e numerosi esemplari si trovano anche presso scuole e Università in Italia e all’estero.

Il Salomi partecipò con i suoi preparati a varie mostre di materiale didattico Organizzate dal Ministero, insieme a ditte ben note come Paravia, Vallardi, De Agostini, riscuotendo lusinghieri apprezzamenti.

 

Hanno scritto di lui:

Salomi T., Liborio Salomi. In Istituto Tecnico “Oronzo Gabriele Costa” Lecce. Nel Centenario della fondazione (1885-86/1985-86). Editrice Salentina, Galatina 1987.