ANTONIO LAZZARI

Castro 5 Agosto 1905 - Napoli 20 Luglio 1979

Antonio Lazzari nacque il 5 agosto 1905 a Castro, in provincia di Lecce, all’estremità orientale del Salento.

Già laureato in Fisica nell’Università di Pisa nel 1929, si laureò in "Scienze naturali" (1938) in quella di Napoli, dove ebbe come maestro di Geologia e di Geografia fisica Giuseppe De Lorenzo, che lo considerò il proprio «figlio spirituale».

Negli anni dal 1938 al 1944, in Albania e poi anche in Grecia, ebbe modo di rendersi padrone di fenomeni geologici a scala regionale e della loro interpretazione nei confronti della ricerca e dello sfruttamento degli idrocarburi.

Dopo il rientro in Italia lavorò in Sicilia, scoprendo il metano nella piana di Catania (1948-53), e scrisse un importante lavoro sulle prospettive petrolifere dell’Italia meridionale, che gli valse il Premio Napoli per le Scienze (1957). L’opera, molto ampia, s’intitolava "La ricerca petrolifera nell’Italia Meridionale. Prospettive minerarie e riflessi economico-sociali" e può considerarsi la summa delle conoscenze, relative a questo tema, alla fine degli anni ’50.

Le ricerche di Antonio Lazzari nel campo della Geologia furono molto varie per i problemi affrontati e per l’ampiezza delle aree investigate. I suoi scritti sono una testimonianza, solo parziale, dell’esperienza che aveva in più settori di questa scienza - dal rilevamento alla geologia regionale, dalla tettonica alla stratigrafia e alla geologia applicata - e negli strumenti e nelle tecniche d’indagine, specialmente quelle geofisiche e di perforazione.

Lazzari lega il proprio nome alla ricerca petrolifera, ch’egli considerava interessare "in un insieme veramente grandioso ed armoniosamente concatenato, tutte le scienze naturali e quelle chimiche e fisiche, nonché le tecnica nei suoi più complessi e disparati aspetti". Fu pioniere nell’applicazione dei più diversi metodi di studio e di indagine, tendenti alla risoluzione di problemi molteplici, sia di carattere puramente scientifico, sia più squisitamente pratici.

Restano fondamentali le sue intuizioni e le sue ricerche sulla presenza del petrolio nell’Alta Valle dell’Agri (1956-57). La sua persuasione che le sequenze stratigrafiche e le strutture lucane potessero celare importanti giacimenti di idrocarburi, ben al di là di quanto fino ad allora era venuto in luce, ha trovato piena e ben nota conferma in tempi recenti.

 

La sua attività didattica si sviluppò attraverso un lungo arco di anni, dal 1948/49 al 1974/75, e cioè fino al raggiungimento dei limiti d’età, e fu particolarmente intensa per il numero dei corsi tenuti e per la diversità delle discipline insegnate. Accanto alle lezioni, organizzò sempre anche altre iniziative didattiche e scientifiche. Tra queste, le campagne geologiche, che duravano più giorni e che mettevano in diretto contatto i giovani con il rilevamento sul campo e con le pratiche del geologo. Riteneva, a ragione, che la geologia e la geomorfologia non si potessero insegnare semplicemente nel chiuso delle aule universitarie. Per il tempo era una assoluta innovazione didattica, che fu molto apprezzata dagli studenti.

Fu membro della Accademia Pontaniana, della Società Geologica Italiana e della Società dei Naturalisti. Un ulteriore riconoscimento dei suoi meriti nella Geologia gli fu dato dall’Azienda Autonoma di Santa Cesàrea Terme, che il 27 agosto 1978 gli conferì la Targa intitolata a questa città.

 

Morì a Napoli il 20 luglio 1979, lasciando numerosi allievi impegnati nei più diversi luoghi del mondo, e il ricordo di un uomo e di uno studioso di grandissima esperienza e brillanti intuizioni.